lunedì 27 aprile 2009

Bellissima: telespettatori morti e telespettatori vivi

A me piace criticare anche le cose che non conosco, sia chiaro, lo ritengo uno dei miei diritti fondamentali e inalienabili, tuttavia, sabato sera, per una mezz’oretta, Bellissima l'ho visto, quindi non è che parlo per parlare, parlo proprio perché l'ho visto, per una mezz’oretta, Bellissima. Ché da queste parti la televisione si ama assai, e si prova tutto, per fiducia e perché la televisione, da queste parti, si ama assai. E io lo so perché Bellissima non se lo vede più nessuno mentre una volta la gente stava lì, C’è il varietà di Pingitore, che bello, che bello. Ci sono due motivi, il primo è che molte persone che vedevano e amavano il bagaglino e negli anni l’hanno seguito, erano già vecchie quando è nato, quindi o sono morte o stanno per morire. Un programma fatto per persone morte o che stanno per morire, pare cosa ovvia, non può andare bene. Il secondo motivo arriva con un esempio. C’è quel giochino che si fa con le mani: si uniscono ad amen, si piega il medio sinistro, si piega il medio destro, si roteano le mani, in modo da metterle una sull’altra, come un amen orizzontale, e i ditini medi finiscono verticali a formare una retta che, forse, rispetto alle mani, si chiama perpendicolare, ma non sono sicura.  Questa è una cosa molto più difficile da spiegare che da fare, quindi non  sono stata brava a scegliere l’esempio. Comunque, quando ero piccola, questa cosa che riuscivano a fare i grandi, io mi appiccicavo solo le mani sudate, mi sembrava fantastica, una specie di magia, un trucco strabiliante. Ora, a distanza di 25 anni, mi sembra solo una stronzata che si fa con i ditini, e questo perché sono cresciuta, e la mia soglia di stupore ha cambiato livello. Tornado a Bellissima, mi pare di poter affermare che le gag che lo compongono si basino esclusivamente su due classici della comicità da festa in piazza: - I maschi vestiti da donna fanno ridere. Soprattutto i maschi brutti. - Quelli che non sanno parlare e sbagliano i verbi fanno ridere. Soprattutto se sono vestiti da donna, se poi a questo uniscono che sono anche brutti le risate vanno via che è una bellezza. I telespettatori del Bagaglino, quelli che non sono morti, s’intende, una volta, se in televisione vedevano un maschio ciccione che per imitare una femmina bella e famosa, si vestiva come lei ma male e parlava come lei ma male, ridevano, ora, se dio vuole, pensano solo che sia una stronzata.

venerdì 24 aprile 2009

Matrix che non c'è

Succede così.
Praticamente Alessio Vinci, in apertura di puntata, ci ha riproposto il pezzetto di Annozero nel quale Santoro diceva che Matrix, da quando il buon Enrico non c'è più, è come se non esistesse.
Ha voluto che vedessimo questo frammento con lui per farci rilevare l'ovvio: Matrix c'è.
Infatti sta per iniziare una puntata sui Cesaroni con tutti i Cesaroni che ci sono.
E come dice la mia collega, a scriverla non viene così bene.

L'amore non è bello - Dente


 A volte capita - non che si comprino dei cd, quello fortunatamente si fa sempre -  che si comprino dei cd belli. Ed è il caso di segnalarlo, secondo me. Soprattutto oggi, che pare davvero una giornata giusta per dire di cose belle.

mercoledì 22 aprile 2009

non abbiamo altro non abbiamo scelta noi bambine

Chiaramente ci hanno imbrogliato, solo che la lentezza del processo di comprensione ha vanificato la nostra reazione che, altrimenti, si sarebbe fatta sentire, eccome. Siamo nel duemilanove. Duemilanove. Dove sono le macchine volanti tutte tondine e lucide che avrebbero dovuto scarrozzarci qua e là? Sarebbe dovuto bastare premere un pulsatino e digitare le coordinate su un computer e zuum, arrivati in cinque minuti, senza traffico e senza dover parcheggiare, perché la macchina volante tutta tondina e lucida sarebbe stata un po’ come kitt, quindi sarebbe andata a trovare da sola un posto dove parcheggiarsi. Tutto questo chiaramente in attesa che scienziati un po’ stempiati, con il camice e gli occhialoni spessi, perfezionassero il teletrasporto, che comunque era cosa già sperimentata e c’erano già state scimmie che in due secondi avevano fatto blabla-blabla andata e ritorno. E le pasticche colorate con sopra disegnati i polli, le lasagne e i profiterole? Com’è che io passo l’aspirapolvere e pulisco il bagno e non c’è un robottino che lo fa per me? Ci hanno fregato. E questo a livello globale. Perché io, nello specifico, mi sento fregata anche a livello personale, dalle storie che vivo e dalle persone che incontro.

Ho due scene, una letteraria, l’altra televisiva.

La prima riguarda le storie:

l’altro giorno, mentre facevo la doccia, ho pensato a Kitty e Levin, alla scena in cui Levin scrive solo la prima lettera delle parole che compongono la frase che direbbe a Kitty se avesse più coraggio, e lei, dopo una piccola esitazione, capisce tutto, perché si trova esattamente nei pensieri di lui.

“Non c’era probabilità alcuna ch’ella riuscisse a indovinare la complicata frase; ma egli guardò la fanciulla con una tale espressione che pareva tutta la sua vita dipendesse dal fatto che ella capisse o no.”

Ecco. Ho creduto che cose del genere non capitassero tutti i giorni, ma potessero accadere, fossero nel ventaglio delle possibilità, insomma.

La seconda scena, quella televisiva, parla di persone:

prima puntata della prima serie de I Soprano. Tony è dalla psicoanalista.

“Che fine ha fatto Gary Cooper? L’uomo forte, silenzioso, intrepido. Lui non dava retta alle emozioni, faceva quello che doveva e basta. La gente non si rende conto che se si costringe Gary Cooper a dare retta alle emozioni lui non la smetterà più di parlare.”

Ecco. Ho creduto anche ai Gary Cooper, invece mi sono trovata intorno solo gente capace di parlarsi addosso, di quella che va a cercare sé stessa perché lo sente che c'è qualcosa che non va. Vedere sempre i Bellissimi di Retequattro non è servito ad altro che ad accrescere la mia delusione. E questo è quanto. Una fregatura. Vado a mangiare l’ananas gentilmente portatomi, e mi metto a lavorà, almeno un poco.

(un grazie speciale a Scopolo, che ha gentilmente prestato il suo prato, e a Sbamba per avermi fatto da modella.)

lunedì 20 aprile 2009

Il periodo di Six feet under


La storia comincia con me che penso che questo periodo non ha una serie che lo connoti e che mi permetta di catalogarlo nella memoria insieme agli altri. Il periodo di  Lost, 24, Heroes, Dexter, The West Wing, Weeds, eccetera. La discriminante, ciò che fa di un periodo “il periodo di”, è il tipo di fruizione,  che deve essere continuata, ossessiva e convulsa. Per questo nel mio archivio non esiste, per esempio, un periodo di Beverly hills, nonostante non mi sia persa una puntata, nonostante, a quei tempi, aspettassi il giovedì sera a partire dal venerdì mattina. Due ore a settimana non accentano una fase della vita, due ore a settimana sono una parentesi che si perde in frasi lunghe e piene di cose più importanti. Così mi sono domandata quali fossero le serie che avevo visto male, come mia madre vede dottor House, per intenderci, che passa con disinvoltura da una puntata delle terza serie su italia uno, a una della quinta su sky, tutto insieme, come se non esistessero trame orizzontali ma solo singoli episodi conclusi; e la risposta è stata Six feet under. Sono uscita e mi sono comprata il cofanetto. Ora, più che cantare le lodi di Six feet under, che proprio non c’è bisogno, perché basterebbe solo la fotografia per fare venire a chiunque voglia di vederlo, quello che voglio dire è che  il periodo che avevo deciso sarebbe stato il periodo Six feet under è diventato semplicemente il periodo mio. Il periodo in cui mi siedo sulla mia Pello e accendo il computer, con nessuno, senza condivisione, senza parole. 

sabato 18 aprile 2009

Nel nome della televisione

Quando ero piccola facevo il fioretto dei dolci: smettevo di mangiarne per qualche mese e in cambio chiedevo a gesù di darmi un piccolo premio. Non ho mai ottenuto niente, anche perché, per un motivo o per un altro, non sono mai riuscita a portare a termine il proposito; a volte mi dimenticavo del fioretto e me ne ricordavo quando avevo già un cucchiaio di nutella in bocca, altre volte, con il passare anche di pochi giorni, ciò che avevo chiesto diventava poco importante, quindi il contratto fra me e gesù si riteneva sciolto. I primi giorni di fioretto però sono chiari nella mia mente, mi ricordo che andavo fino al mobiletto dei dolci, lo aprivo, guardavo bene tutto quello che c’era dentro e lo richiudevo soddisfatta. Ero stata forte e sicuramente gesù in quel momento mi stava guardando ed era orgoglioso di me. Quello sguardo lo sento anche adesso, e senza bisogno di fioretti, solo che adesso so che non è gesù che mi guarda. Quello sguardo è tutto quello che ho visto che mi torna indietro. È lo sguardo del finale, il momento in cui tutti i pezzi trovano il loro giusto posto. Lo sguardo delle cose che devono andare in una direzione che abbia un senso e una logica.  Lo chiamavo gesù invece era fiction. 

È per il cinema, la televisione e i libri, e tutto quello che ho letto, scritto e visto, per tutto ciò che non è reale, che quello che mi succede diventa parte di un quadro preciso, perché se c’è una pistola quella pistola sparerà, e se incontro qualcuno per caso, perché gli vado a sbattere e gli verso addosso una coca cola, quell’incontro deve avere un senso, se no non sarebbe avvenuto. E anche quando mi convinco del contrario, una parte più piccola di quella di prima continua a credere che anche la mia abdicazione alla certezza che tutto abbia un senso, faccia parte della storia, È il rifiuto della chiamata, baby.

Vola al Cimena presenta: Gran Torino

Vecchio incazzoso convinto di essere Clint Eastwood scopre, nell'ordine, che:
1. la salsa di soia ci sta bene su tutto
e
2. che è vero che il fumo uccide.


Voto: 3 scopoli


venerdì 17 aprile 2009

annozero: buona la seconda

vabbè, giusto per dire, 
santoro ieri sera ha fatto la stessa identica puntata della settimana scorsa con meno cazzimma e obiettivi leggermente più chiari.
poi, posso dire che a me vauro non piace e se non c'è, secondo me, è meglio?
niente di personale, eh, ma non mi fa ridere.
e visto che è lì per farmi ridere, se non ci riesce io mi imbarazzo, arrossisco e devo cambiare canale.
e non è che posso vedere butta la luna.

giovedì 16 aprile 2009

"porto via con me lo stretto indispensabile"

non so perché capitino giorni così,

non so perché capitino a me, che, obiettivamente, non me li merito proprio, 

ma so qual è la soluzione: pulire il bagno e intanto cantare tutto strangeways, here we come. 

di bruno vespa, di cuculo e cioccolata

bruno vespa parla con diggeifrancesco.
io sono sotto il mio plaid e mangio cuculo e cioccolata di uovo di pasqua.
il cuculo - con l'accento sulla seconda u - è un dolce che si fa dalle mie parti a pasqua e di solito si mangia con un pezzetto di cioccolata fondente sopra.
il cuculo viene da un tempo nel quale non c'erano molte cose da provare e molte combinazioni da sperimentare, non c'erano nutelle da spalmare o panne da spruzzare, c'era solo la cioccolata e allora ce l'hanno messa sopra. semplice semplice.
ok, ci siamo.
quello che pensavo è che quando combini quello che hai, senza pensarci troppo, senza farti troppe domande, possono venire fuori cose proprio buone.

venerdì 10 aprile 2009

Dovere di cronaca



Questa è la copertina del cd di Valerio Sardo. Cioè, se non la vedevate e a me mi dispiaceva assai.

martedì 7 aprile 2009

clapclapclap

il tg1 tiene a informarci che, grazie al terremoto e, soprattutto, ai 207 morti, ha vinto la gara di ascolti.
sono belle soddisfazioni.

chiaramente c'è un'arietta fortunatella, quindi consiglio al signor Riotta di approfittarne e giocare al lotto il 20 e il 7.
ah, visto che ci sono anche 15 dispersi, direi il 20, il 7 e il 15. si sa mai che riesca a infilarci anche un bel terno.

lunedì 6 aprile 2009

uomini&donne (affranti)

quelli di uomini e donne oggi hanno messo la scrittina Puntata registrata.
perchè quelli di uomini e donne sanno che in giro ci sono brutte persone che se non le avvisi che la puntata è registrata quelle magari pensano che Corteggiatrice Lucia e Tronista Federico siano in studio a ciarlare di esterne e segnalazioni, invece di essere a casa a guardare lo speciale di studio aperto sull'abruzzo, con le lacrime agli occhi e i pugni stretti, pensando a un modo per poter aiutare.
brutte persone.