A me piace criticare anche le cose che non conosco, sia chiaro, lo ritengo uno dei miei diritti fondamentali e inalienabili, tuttavia, sabato sera, per una mezz’oretta, Bellissima l'ho visto, quindi non è che parlo per parlare, parlo proprio perché l'ho visto, per una mezz’oretta, Bellissima. Ché da queste parti la televisione si ama assai, e si prova tutto, per fiducia e perché la televisione, da queste parti, si ama assai. E io lo so perché Bellissima non se lo vede più nessuno mentre una volta la gente stava lì, C’è il varietà di Pingitore, che bello, che bello. Ci sono due motivi, il primo è che molte persone che vedevano e amavano il bagaglino e negli anni l’hanno seguito, erano già vecchie quando è nato, quindi o sono morte o stanno per morire. Un programma fatto per persone morte o che stanno per morire, pare cosa ovvia, non può andare bene. Il secondo motivo arriva con un esempio. C’è quel giochino che si fa con le mani: si uniscono ad amen, si piega il medio sinistro, si piega il medio destro, si roteano le mani, in modo da metterle una sull’altra, come un amen orizzontale, e i ditini medi finiscono verticali a formare una retta che, forse, rispetto alle mani, si chiama perpendicolare, ma non sono sicura. Questa è una cosa molto più difficile da spiegare che da fare, quindi non sono stata brava a scegliere l’esempio. Comunque, quando ero piccola, questa cosa che riuscivano a fare i grandi, io mi appiccicavo solo le mani sudate, mi sembrava fantastica, una specie di magia, un trucco strabiliante. Ora, a distanza di 25 anni, mi sembra solo una stronzata che si fa con i ditini, e questo perché sono cresciuta, e la mia soglia di stupore ha cambiato livello. Tornado a Bellissima, mi pare di poter affermare che le gag che lo compongono si basino esclusivamente su due classici della comicità da festa in piazza: - I maschi vestiti da donna fanno ridere. Soprattutto i maschi brutti. - Quelli che non sanno parlare e sbagliano i verbi fanno ridere. Soprattutto se sono vestiti da donna, se poi a questo uniscono che sono anche brutti le risate vanno via che è una bellezza. I telespettatori del Bagaglino, quelli che non sono morti, s’intende, una volta, se in televisione vedevano un maschio ciccione che per imitare una femmina bella e famosa, si vestiva come lei ma male e parlava come lei ma male, ridevano, ora, se dio vuole, pensano solo che sia una stronzata.
lunedì 27 aprile 2009
venerdì 24 aprile 2009
Matrix che non c'è
L'amore non è bello - Dente
A volte capita - non che si comprino dei cd, quello fortunatamente si fa sempre - che si comprino dei cd belli. Ed è il caso di segnalarlo, secondo me. Soprattutto oggi, che pare davvero una giornata giusta per dire di cose belle.
mercoledì 22 aprile 2009
non abbiamo altro non abbiamo scelta noi bambine
Chiaramente ci hanno imbrogliato, solo che la lentezza del processo di comprensione ha vanificato la nostra reazione che, altrimenti, si sarebbe fatta sentire, eccome. Siamo nel duemilanove. Duemilanove. Dove sono le macchine volanti tutte tondine e lucide che avrebbero dovuto scarrozzarci qua e là? Sarebbe dovuto bastare premere un pulsatino e digitare le coordinate su un computer e zuum, arrivati in cinque minuti, senza traffico e senza dover parcheggiare, perché la macchina volante tutta tondina e lucida sarebbe stata un po’ come kitt, quindi sarebbe andata a trovare da sola un posto dove parcheggiarsi. Tutto questo chiaramente in attesa che scienziati un po’ stempiati, con il camice e gli occhialoni spessi, perfezionassero il teletrasporto, che comunque era cosa già sperimentata e c’erano già state scimmie che in due secondi avevano fatto blabla-blabla andata e ritorno. E le pasticche colorate con sopra disegnati i polli, le lasagne e i profiterole? Com’è che io passo l’aspirapolvere e pulisco il bagno e non c’è un robottino che lo fa per me? Ci hanno fregato. E questo a livello globale. Perché io, nello specifico, mi sento fregata anche a livello personale, dalle storie che vivo e dalle persone che incontro.
Ho due scene, una letteraria, l’altra televisiva.
La prima riguarda le storie:
l’altro giorno, mentre facevo la doccia, ho pensato a Kitty e Levin, alla scena in cui Levin scrive solo la prima lettera delle parole che compongono la frase che direbbe a Kitty se avesse più coraggio, e lei, dopo una piccola esitazione, capisce tutto, perché si trova esattamente nei pensieri di lui.
“Non c’era probabilità alcuna ch’ella riuscisse a indovinare la complicata frase; ma egli guardò la fanciulla con una tale espressione che pareva tutta la sua vita dipendesse dal fatto che ella capisse o no.”
Ecco. Ho creduto che cose del genere non capitassero tutti i giorni, ma potessero accadere, fossero nel ventaglio delle possibilità, insomma.
La seconda scena, quella televisiva, parla di persone:
prima puntata della prima serie de I Soprano. Tony è dalla psicoanalista.
“Che fine ha fatto Gary Cooper? L’uomo forte, silenzioso, intrepido. Lui non dava retta alle emozioni, faceva quello che doveva e basta. La gente non si rende conto che se si costringe Gary Cooper a dare retta alle emozioni lui non la smetterà più di parlare.”
Ecco. Ho creduto anche ai Gary Cooper, invece mi sono trovata intorno solo gente capace di parlarsi addosso, di quella che va a cercare sé stessa perché lo sente che c'è qualcosa che non va. Vedere sempre i Bellissimi di Retequattro non è servito ad altro che ad accrescere la mia delusione. E questo è quanto. Una fregatura. Vado a mangiare l’ananas gentilmente portatomi, e mi metto a lavorà, almeno un poco.
(un grazie speciale a Scopolo, che ha gentilmente prestato il suo prato, e a Sbamba per avermi fatto da modella.)
lunedì 20 aprile 2009
Il periodo di Six feet under
sabato 18 aprile 2009
Nel nome della televisione
Quando ero piccola facevo il fioretto dei dolci: smettevo di mangiarne per qualche mese e in cambio chiedevo a gesù di darmi un piccolo premio. Non ho mai ottenuto niente, anche perché, per un motivo o per un altro, non sono mai riuscita a portare a termine il proposito; a volte mi dimenticavo del fioretto e me ne ricordavo quando avevo già un cucchiaio di nutella in bocca, altre volte, con il passare anche di pochi giorni, ciò che avevo chiesto diventava poco importante, quindi il contratto fra me e gesù si riteneva sciolto. I primi giorni di fioretto però sono chiari nella mia mente, mi ricordo che andavo fino al mobiletto dei dolci, lo aprivo, guardavo bene tutto quello che c’era dentro e lo richiudevo soddisfatta. Ero stata forte e sicuramente gesù in quel momento mi stava guardando ed era orgoglioso di me. Quello sguardo lo sento anche adesso, e senza bisogno di fioretti, solo che adesso so che non è gesù che mi guarda. Quello sguardo è tutto quello che ho visto che mi torna indietro. È lo sguardo del finale, il momento in cui tutti i pezzi trovano il loro giusto posto. Lo sguardo delle cose che devono andare in una direzione che abbia un senso e una logica. Lo chiamavo gesù invece era fiction.
È per il cinema, la televisione e i libri, e tutto quello che ho letto, scritto e visto, per tutto ciò che non è reale, che quello che mi succede diventa parte di un quadro preciso, perché se c’è una pistola quella pistola sparerà, e se incontro qualcuno per caso, perché gli vado a sbattere e gli verso addosso una coca cola, quell’incontro deve avere un senso, se no non sarebbe avvenuto. E anche quando mi convinco del contrario, una parte più piccola di quella di prima continua a credere che anche la mia abdicazione alla certezza che tutto abbia un senso, faccia parte della storia, È il rifiuto della chiamata, baby.
Vola al Cimena presenta: Gran Torino
1. la salsa di soia ci sta bene su tutto
e
2. che è vero che il fumo uccide.
Voto: 3 scopoli
venerdì 17 aprile 2009
annozero: buona la seconda
giovedì 16 aprile 2009
"porto via con me lo stretto indispensabile"
non so perché capitino giorni così,
non so perché capitino a me, che, obiettivamente, non me li merito proprio,
ma so qual è la soluzione: pulire il bagno e intanto cantare tutto strangeways, here we come.
di bruno vespa, di cuculo e cioccolata
venerdì 10 aprile 2009
martedì 7 aprile 2009
clapclapclap
sono belle soddisfazioni.
chiaramente c'è un'arietta fortunatella, quindi consiglio al signor Riotta di approfittarne e giocare al lotto il 20 e il 7.
ah, visto che ci sono anche 15 dispersi, direi il 20, il 7 e il 15. si sa mai che riesca a infilarci anche un bel terno.
lunedì 6 aprile 2009
uomini&donne (affranti)
perchè quelli di uomini e donne sanno che in giro ci sono brutte persone che se non le avvisi che la puntata è registrata quelle magari pensano che Corteggiatrice Lucia e Tronista Federico siano in studio a ciarlare di esterne e segnalazioni, invece di essere a casa a guardare lo speciale di studio aperto sull'abruzzo, con le lacrime agli occhi e i pugni stretti, pensando a un modo per poter aiutare.
brutte persone.