mercoledì 4 febbraio 2009

Facebook da qui

A me facebook non mi piace, allora mi sono chiesta il perché e ho trovato un motivo. Un motivo vero, non la semplice antipatia, perché, diciamolo chiaramente, a me facebook mi sta pure antipatico.

Il motivo vero è che la gente pensa che facebook non costi niente, ma secondo me non è così. E ora mi spiego.

C’è un ragazzo, per comodità lo chiameremo Ragazzo Esempio, che, un pomeriggio più o meno uguale agli altri, si iscrive a facebook . Pensa Se sarò fortunato ritroverò un compagnuccio delle elementari, un amichetto del mare, quella carina di pattinaggio o magari chi può dirlo. Passano i giorni e Ragazzo Esempio ha sempre più contatti, ora può comunicare il suo status - euforico, depresso, allegro, rilassato o con i capelli sporchi – al vicino di casa, a quello che gioca a calcetto nell’altra squadra, alla ragazza che lo ha lasciato un pomeriggio che sembrava più o meno uguale agli altri (ragazza che, Ragazzo Esempio ne è certo, legge ossessivamente il suo profilo maledicendo il giorno in cui lo ha mollato: Ragazzo Esempio è così bello mentre prende il sole sulla spiaggia, ha un addome così scolpito e poi dice di essere felice, avrà conosciuto un’altra, che stupida a lasciarmelo scappare!) e al compagnuccio delle elementari che ancora gli viene da pensarlo solo per cognome. Ragazzo Esempio è felice. Facebook non costa niente e lo rende visibile, ora è molto più interessante di prima, figurarsi, c’è gente che si collega anche solo per leggere di che umore sia.

Il motivo vero, non la semplice antipatia, perché, diciamolo chiaramente, a me facebook mi sta pure antipatico, e lo ribadisco abbastanza volentieri, è che facebook secondo me ha un prezzo, anche se non si vede bene.

Fa sembrare che dimenticarsi delle persone ed essere dimenticati dalle persone sia una cosa brutta. Invece, conoscere persone e perderle per strada è bello, perché significa che altre volte più fortunate, succede che le persone le conosci e te le tieni strette. Non sono i casi della vita, tipo iscriversi uno al classico e l’altro allo scientifico, che fanno la differenza, siamo noi, felici di scegliere.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo... (pure un po' commosso)

Anonimo ha detto...

l'ultimo paragrafo me lo tatuo sull'avambraccio da boxeuressa (me lo tatuerei tra le scapole, ma quella zona la sto conservando per la corona stile simonaventura)

Anonimo ha detto...

io invece lo odio perché lo uso per lavoro, però devo dire che in questo momento storico della mia vita malinconica l'effetto nostalgia che riesce a soddisfare facebook è qualcosa di ineguagliabile e impagabile.

però hai ragione.

Anonimo ha detto...

c'è una cosa però
che certe volte è bello scoprire che le persone ti ritrovano anche se tu avevi scelto di non volerle
che sia per colpa di facebook o perchè ci sbatti contro camminando a testa ingiù per strada, a volte quelle ti ritrovano
e tu puoi avere una nuova scelta
e magari stavolta non è come l'avevi fatta
e allora un caso della vita diventa un modo per scegliere ancora
facebook è molto antipatico, hai ragione, ma è un possibile caso della vita in più, perchè sopra ci stanno le persone
e magari il Ragazzo Esempio si ricorda pure il nome di Esempia

carolina ha detto...

cara Persona Anonima,
mi avevi quasi convinto, ma poi c'ho pensato un po' e ho concluso che Facebook non è un caso dalla vita. I casi non sono cercati, i casi capitano, i casi sono Ragazzo Esempio che scopre che Quella di Pattinaggio ora vive nel palazzo accanto al suo e quando la incrocia dal fruttivendolo, le sorride.
Magari sbaglio io, eh, però, per sicurezza, le persone che non voglio ritrovare, ma voglio tenere, le tengo a una distanza che se strizzo gli occhi vedo che fanno.