lunedì 30 novembre 2009

Abbiamo un problema


Es.

giovedì 2 luglio 2009

Chi non parte, in verità, in nessun posto arriverà


Film e telefilm, lui sta in un sacco di cose che mi piacciono assai. Ed era vecchiarello, quindi se quando è morto era magro e non aveva capelli non c'è niente di strano.
E niente, l'ho letto e mi è dispiaciuto.

mercoledì 24 giugno 2009

Poi il resto viene sempre da sé

Sembra di dover fare delle cose oggi. Tutto quello che non si è fatto e si è solo pensato. Telefonare, immaginare storie, correre dietro a qualcuno urlando il suo nome, cucinare un’anatra all’arancia, rivedere film che ti ricordi che ti piacevano ma poi perché, togliersi lo smalto dalle unghie dei piedi, scrivere un discorso per qualcuno, tingersi i capelli biondo platino, fare un’espressione languida, cucire un vestito da principessa, dire cose ovvie, guardare con la bocca aperta una gru grandissima, e stendersi sul letto a pensare ad altre cose che si faranno. Ma alla fine oggi passa, si scelgono i ghepardi più belli che corrono veloci, e si va avanti.

lunedì 22 giugno 2009

Time rolls on, and youth is gone, and you can't straighten up when you bend



Non è che uno ci tenga a fissarsi sul particolare - prima erano i pezzi di pizza e ora sono i gioielli. Però quella tartaruga stramazzata si può definire un gioiello? Cioè, una ragazza dopo aver ricevuto quella cosa torna a casa, chiama l'amica e le dice Mi hanno regalato un gioiello? 
E poi, perchè è così grande? 
Al suo interno nasconde un piccolo contenitore in cui tenere sempre pronto del veleno da versare nel bicchiere di un nemico cattivo appena è distratto? 
O forse il guscio cela un portafotografie nel quale, quando scoprirai di essere malata di tisi e deciderai di abbandonare tuo figlio davanti a un orfanotrofio solo avvolto da una copertina, potrai mettere la tua foto in bianco e nero.
Io davvero non capisco, perché va bene non avere buon gusto, però non  c'è giustificazione al sadismo.
Anche il ciondolo di Noemi era brutto, però almeno era d'oro, quindi si fondeva e i diamantini li mettevi da un'altra parte, ma questi se li fondi ci fai un'insalatiera e un bicchiere.

mercoledì 17 giugno 2009

I would rather not go back to the old house

Leggo sul Corriere della Sera che questa signorina qui, Patrizia D’Addario, pare che un paio di volte forse più sia stata invitata a Palazzo Grazioli, lì abbia trovato altre ragazze, una volta pare c'abbia anche dormito (a Palazzo Grazioli, non con le ragazze, quello non lo so) e nomina un sacco di volte un certo Giampaolo.
Comunque, il punto della faccenda è che quando è arrivata (a Palazzo Grazioli) per antipasto le hanno offerto dei pezzi di pizza. Da mandare giù sorseggiando dell'ottimo champagne, certo, ma pur sempre dei pezzi di pizza (e quindi magari ci stava meglio un chinotto).  
Roba che se se veniva da me, la signorina Patrizia, almeno le preparavo le pizzette, che notoriamente si gestiscono meglio.
Uno quando pensa a quelli ricchi si immagina che mangino cose che quelli non ricchi non mangiano, cose di caviale e ostriche e tartufi e oro zecchino, e invece poi va e si ritrova con in mano un pezzo di pizza. 

sabato 13 giugno 2009

Iesuican

Non essendo potuto andare a Cannes per ragioni personali, Scopolo sta facendo quello che può per recuperare. Questo dice.

No one knows about persian cats: È iraniano.

Sacro e profano: Un poco stortarello e sgrammaticato. Uno (uno dentro il film, non uno in sala) entra da una parte e dovrebbe uscire da un’altra, invece esce da un posto che non t’aspettavi, e ci sono un paio di soggettive a cazzi. Però aria fresca. Good!

Vincere: Ti devi scordare di Corrado Guzzanti, prima. Poi te lo vedi come un film serio.

Amore &altri crimini: Se il signore vicino a te si addormenta. Se vedi che pure il signore dall’altro lato c'ha la faccia di chi vorrebbe prenderti il braccino e poggiare la testa pesante sulla tua spalla. Se è l’una di pomeriggio. Se tu pensi solo che appena esci ti mangi una pizzetta. Secondo me il film non è riuscitissimo. Però è una mia opinione.

Polythecnique: Come Elephant. Però questo non gioca ai videogiochi, a questo non gli piacciono le femmine. Non nel senso che è gay. Nel senso che le femmine le odia e le vuole uccidere. E lo fa. In bianco e nero.

Daniel y Ana: In messico sapevo che c'erano i sombreri, poi è arrivata l'influenza dei maiali, e allora c'erano due cose. Ora so ce n'è un'altra. In messico c'è gente cattivissima.

Humpday: Grande grande soddisfazione.

venerdì 12 giugno 2009

FESCIONTREND


Nyttja colori vari 10x15 - euro 2,99/2 pezzi.
E la foto la scegli tu.



giovedì 11 giugno 2009

ultima capanna a destra, citofonare zio tom

questa mattina, la rubrica del tiggìuno Italia Italie ci ha parlato
dell'etnofescion. e cioè delle signore africane che fanno le treccine e un sacco
di signore italiane vanno da loro a farsele fare.delle signore italiane coi capelli come spaghetti e la pelle color mozzarella
santa lucia che si fanno le treccine parleremo però un'altra volta.quello che conta oggi è che abbiamo imparato, grazie alla spiegazione particolareggiata fatta dalla signorina autrice del servizio, che le signore africane hanno il culo grosso perchè così è più comodo poggiarci sopra i bambini quando li portano in giro fasciati sulla schiena.
poi, chissà come, parlando parlando con le signore africane, è passata di lì una
signora non africana col velo in testa.e la signorina autrice del servizio non ha resistito. ha pensato lofacciononlofaccio. ma la tentazione è stata troppo forte.
e l'ha fatto.
e ha chiesto all'allibita signora col velo: Ma le donne che portano il velo,
sotto il velo, i capelli li pettinano?
da questo evinciamo una cosa molto importante.e cioè, che la signorina autrice del servizio, d'inverno, ma anche d'estate quando mette una maglietta a maniche lunghe che c'è un po' d'arietta, le ascelle non se le depila.

martedì 9 giugno 2009

Affari nostri

La tv d’estate cambia. È sempre stato così, non è una novità. D’estate arrivano da una parte Ieri, oggi, domani, Pane amore e fantasia, A qualcuno piace caldo, i film Rosemunde Pilcher e quelli che hanno per protagonista donna martin, dall’altra le repliche di mattino cinque, i cesaroni tutti i giorni, super varietà, Zelig Mix e il meglio del meglio di Colorado. Bene così. Cioè, a me va bene così (anche se mi preoccupa il fatto di non aver ancora visto le repliche di Ally mcbeal). Mi piace la nostalgia che effonde da queste scelte di palinsesto, sa di luce arancione che filtra dalle tapparelle e ghiaccioli al limone.

Però è intollerabile, e gli abbonati rai dovrebbero rapire il responsabile e tagliargli qualcosa, che vadano in onda le repliche di Affari tuoi.

Non seguo affari tuoi (rientra in quelle trasmissioni che vorrei non solo non esistessero più, ma anche che fossero mai esistite, come Striscia la notizia e Paperissima, per dirne due e lasciare intendere che vorrei che anche a Ricci tagliassero qualcosa) ma mi ricordo la faccia delle persone – prima o poi questa cosa dovrò metterla nel curriculum -  e l’altro giorno, cambiando canale, ho visto una ragazza bruna che un giorno passato, cambiando canale, avevo già visto. Allora ho chiesto alla mia referente per le questioni televisive se secondo lei fosse possibile che stesse andando in onda una replica e lei mi ha confermato che sì, la si distingue perché in alto a sinistra reca la scritta GOLD (per infierire, credo).

domenica 7 giugno 2009

cose belle dal mondo


Con un poco di ritardo sul mio entusiasmo. Ma ci sono state le chiacchiere tra noi.
I primi dieci minuti di Dawson's creek sono splendidi.  
Hanno quello che dovrebbe avere l'incipit di una qualunque serie: tutto.
Sono un riassunto di sei stagioni, sono una dichiarazione di intenti, 
sono la descrizione delle dinamiche esistenti e future fra i personaggi principali. 
Dopo neanche dieci minuti sappiamo cosa ameremo, cosa non sopporteremo, 
cosa ci farà tenerezza e cosa ci farà incazzare di Joey, Dawson, Peacey e Jen.
Insomma, quando vedo cose così faccio i respiri grandi e penso che c'è speranza.

venerdì 5 giugno 2009

Prendo un Berlusconi anche io, grazie

Mia nonna è convinta che se avesse un problema e lo esponesse, attraverso missiva, a Berlusconi, godrebbe non solo di una risposta, ma anche di un appoggio nella risoluzione della questione che la preoccupa. Nonostante sia la persona che meno verrebbe da immaginare vicina ai problemi della gente, Berlusconi ha avuto la capacità di instillare in chi lo segue la certezza che lui sia uno del popolo, uno a cui poter scrivere o telefonare se tuo nipote non riesce a trovare lavoro. E questa capacità, almeno in me, suscita molta curiosità (anche un po’ di fascinazione, ma soprattutto curiosità). La stessa, con le dovute distinzioni, che in me ha generato la lettura dei romanzi di Moccia. Perché se così tanti ragazzi sentono che un signore di cinquant’anni dotato di un cattivo gusto superiore alla media (che sceglie di usare la prima persona quando scrive un romanzo che ha per protagonista una quattordicenne, con l’unico risultato di dar vita a una creatura leggendaria che parla di primi amori con la stessa freschezza e credibilità di un giornalista del tg1 che parla di social network) ha qualcosa da dirgli e quel qualcosa loro possono (e vogliono) capirlo, qualche domanda occorre farsela. Soprattutto se per mestiere si scrive e non si ha come obiettivo urlare slogan da un pulpito, ma farsi ascoltare e capire. E magari provare anche a darsi delle risposte cercando di attraversare osservazioni leggermente più complesse de “I ragazzi sono stupidi perché guardano il Grande Fratello, invece di andare al cinema a vedere un buon film, ohibò.” 

Ma quello a cui penso oggi, prescindendo dalla concreta possibilità che se mia nonna scrivesse a Berlusconi, riceverebbe una risposta, è questo: quanto deve essere bello dare il proprio voto a qualcuno in cui si ripongono fiducia e speranza? Sono dieci anni che voto, non ho mai considerato la possibilità di non farlo, nonostante fra me e il voto spesso ci fossero viaggi lunghissimi di panini bottigliette d’acqua leggermente gassata, vanitifer, poche speranze che il mio voto servisse e consapevolezza che, qualora invece fosse servito, allora erano cazzi. Ho il diritto di votare, l’ho sempre esercitato e tornerò a farlo. Ma questa volta no. Questa volta rimango a milano e passo il sabato a visitare la pinacoteca facendo la turista. E sento anche un certo orgoglio banale che mi friccichia addosso, come fossi nella pubblicità l’oreal e dicessi, guardando in camera, Perché io valgo. Ho il diritto di votare e blablabla, ma - è cosa scontata - ho anche il diritto di votare per qualcuno perché voglio che quel qualcuno mi rappresenti: parli di me, con me, per me. Non perché sono costretta a scegliere il male minore, purché quello se ne vada a casa, in un eccetera eccetera di motivi unidimensionali che sviliscono il valore del mio voto e la mia capacità di distinguere quello che per me è il bene. Lontano da tutte quelle cosine pratiche di tasse e leggi e cicicì micragnoso a cui poi tornerò a  pensare, oggi mi fermo solo a dire che per una volta, vorrei anche io poter votare per qualcuno in cui ho fiducia, qualcuno a cui, se ne avessi bisogno, scriverei una lettera, sicura di essere ascoltata, capita e, forse, ma non è quello l’importante, aiutata.

Voglio un Berlusconi anche io,

possibilmente che usi la parola piccante solo quando parla di salame da mettere sulla pizza, perché se no mi fa impressione. E che non dica giuovani, come fossimo nel 1800 o in una televendita delle pellicce a pelli intiere di simonetta ravizza condotta da Mike.

martedì 26 maggio 2009

che non abbiamo avverato

È da un po’ che ci penso, al tempo. A questo tempo, il mio, e al tempo, quello giusto. Distrattamente. Poi, come sempre avviene, è accaduto qualcosa, due lacrime seguite da un sorriso scemo, un passaggio di umore degno di un’attrice di soap-opera che cerca l’intensità mescolando opposti emotivi, e sono ritornata a pensarci. Lentamente. Mi chiedo se questo tempo lo stia usando nel modo giusto, se un giorno, ripensando all’energia, all’impegno per costruire, non mi rimprovererò qualcosa, non scoprirò che ho dato e tolto tempo senza logica, a progetti e persone, per impazienza o poca voglia di andare avanti, privandomi della potenza che invece libera ciò a cui viene data la possibilità di dispiegarsi nel suo tempo giusto. Penso a mia mamma, a mia nonna, alle generazioni precedenti alla mia, all'uso che hanno fatto del loro tempo e mi sembra che nell’insieme abbiano amministrato le fasi della vita con molta più razionalità di noi. Il risultato è che mia madre rimpiange di non aver avuto il tempo che ho io per capire che direzione dare alla mia vita, perché è passata dall'essere figlia all'essere madre e moglie, io rimpiangerò di aver abusato di questo tempo, e di essermici dilatata dentro. Ma la sua frustrazione rimarrà in superficie, perché il suo corpo le confermerà che le scelte che ha fatto sono state quelle giuste. 

Nonostante io sia la signorina degli esempi, in questo caso me ne vengono solo di stropicciati. Penso che se a quindici anni sei un ragazzetto in pace e non ce l’hai con tutti e non senti di essere l’esclusivo possessore di ogni verità e colui che potrebbe fare il mondo migliore, qualcosa te la stai perdendo. Perché il tempo per essere un ragazzetto in pace arriverà, ma a quindici anni è il tempo di essere un ragazzetto incazzato. Io un po’ di tempi giusti li ho persi, e tentare di recuperare adesso significherebbe sentirmi come Massimo Boldi in un film di Godard. E chissà. Chissà se questo tempo lo sto usando bene, o fra qualche anno penserò a questi giorni come a giorni che non sono stati riempiti di quello che era fatto apposta per riempirli. 

Comunque i prossimi quindici minuti li riempio con delle nespole e stasera mi rivedo Irma la dolce, per andare sul sicuro.

venerdì 15 maggio 2009

Napolitano: «Rischio xenofobia»

Sulla rivista “Al premio- edizioni Miriam”, dono della biblioteca del mio bisnonno Cesare, ieri ho trovato questo divertente indovinello, che rientra nella sezione “giuochi e passatempi”. Non risolverà tutti i problemi, però, secondo me, se uno si trova in una situazione analoga - anche senza naufragio, eh. E scegliendo la razza che si preferisce eliminare seguendo il gusto personale - può tornare pure utile. 


I neri e i bianchi

Sotto questo titolo si nasconde un calcolo quasi macabro. Vi sono nella vita qualche volta delle dure necessità e si vorrebbe qualche volta schivare, tale la prova che dovette affrontare questo capitano. Un piroscafo calò a picco nel mezzo dell’oceano. Il capitano e trenta uomini d’equipaggio si salvarono dal naufragio grazie ad un battello di salvataggio. 15 degli uomini salvati erano bianchi, e 15 erano neri. Il capitano constatò tosto con terrore che le provvigioni sarebbero tra poco mancate e decise di gettare in mare i 15 marinai neri. Ma questa divisione gli sembrò così pericolosa che per nascondere nello stesso tempo la crudeltà alle vittime e lasciar loro l’illusione di essere soltanto designati dalla sorte per essere gettati in mare, egli pose tutti i marinai in fila l’uno dopo l’altro e contò quindici volte 10; e ciascun marinaio che veniva così designato col numero era gettato in mare. Tutti i neri furono affogati. Come il capitano in un caso di coscienza e davanti ad un problema d’umanità così delicato, aveva dovuto disporre i suoi uomini?

SOLUZIONE

Egli dovette disporre dapprima 2 bianchi, poi un nero, £ bianchi, 5 neri, 2 bianchi, 2 neri, 4 bianchi, 1 nero, un bianco, 3 neri, un bianco, 2 neri, 2 bianchi ed un ultimo nero.

giovedì 7 maggio 2009

Domani- Artisti uniti e blablabla

Brutta è brutta, ma va be', uno se ne fa una ragione. Anche se l’idea che frasi come “Estraggo un foglio nella risma nascosto scrivo e non riesco forse perché il sisma m’ha scosso” si potessero evitare, rimane. Come rimane l’amarezza dopo aver scoperto che i Sudsoundsystem sono ancora in giro a cantare. Ma va be', uno, se proprio non se ne fa una ragione, diciamo che cerca di non pensarci. Però, sinceramente, quel povero Tricarico che l’abbiamo fatto andare a fare? Se ne rimaneva a casa e dava un euro mandando un sms.

mercoledì 6 maggio 2009

L'evoluzione sentimentale

Si potrebbe parlare di Berlusconi, si potrebbe, sì, perché ieri sera mentre guardavo porta a porta parlavo da sola, quindi qualcosa da dire l’avrei pure, ma no. L’altra mattina mentre facevo colazione e c’era la tv accesa, come al solito, in una trasmissione di quelle tutte uguali delle mattine del fine settimana, ho rivisto Sergio Caputo. Sergio Caputo è stato il mio primo amore tuttointesta. Avrò avuto dieci anni, forse meno; era carino e mi faceva ballare e cantare, quindi era perfetto. Poi, dopo una pausa di qualche anno, è arrivato il mio secondo amore tuttointesta: Chris Cornell. Avrò avuto quindici anni, forse meno; Chris Cornell non necessita di motivazioni, sfido chiunque (uomo, donna o lavandino) a non innamorarsi perdutamente di Chris Cornell a quindici anni. E infine c’è stato l’ultimo mio amore tuttointesta. Dopo poco, perché dei Chris Cornell ci si innamora facilmente, ma, parliamoci chiaro, di un amore che non può durare. Così a diciassette anni o giù di lì è arrivato Nick Cave. A pensarci ora mi sembra un po’ strano, insomma, sicuro se a diciassette anni fossi uscita con Nick Cave mi sarebbe sembrato di uscire con uno zio e gli avrei dato del lei. Però ero una ragazzina noiosa chiusa nella sua stanzetta a leggere libri e ascoltare musica, insomma, ci sta, credo. E basta. I miei amori tuttintesta sono finiti. Ma l’altro giorno, guardando Sergio Caputo, con pochi capelli, grassottello, e l’aria di chi non sa bene cosa stia facendo, ho pensato che se avessi ancora un amore tuttointesta sceglierei di nuovo lui. Lui come è ora. E mi sono preoccupata.

martedì 5 maggio 2009

Io penso che me la faccio tatuare su una caviglia

"Ho fiducia nel tempo galantuomo, quello che fa maturare le cose e fa schiudere i mandorli."

venerdì 1 maggio 2009

Nei primimaggi

"Oggi è il primo maggio. Mi sono appena svegliata. Ho acceso la tv e messo su rai due. I nomadi cantano Dio è morto e poi Io vagabondo."

Ecco, questa frase l'ho scritta mó, ma probabilmente una gemella la trovo sulla mia Smemo'95. Se essere vecchi è l'unico modo che abbiamo per celebrare qualcosa, beh, secondo me non stiamo messi bene.

lunedì 27 aprile 2009

Bellissima: telespettatori morti e telespettatori vivi

A me piace criticare anche le cose che non conosco, sia chiaro, lo ritengo uno dei miei diritti fondamentali e inalienabili, tuttavia, sabato sera, per una mezz’oretta, Bellissima l'ho visto, quindi non è che parlo per parlare, parlo proprio perché l'ho visto, per una mezz’oretta, Bellissima. Ché da queste parti la televisione si ama assai, e si prova tutto, per fiducia e perché la televisione, da queste parti, si ama assai. E io lo so perché Bellissima non se lo vede più nessuno mentre una volta la gente stava lì, C’è il varietà di Pingitore, che bello, che bello. Ci sono due motivi, il primo è che molte persone che vedevano e amavano il bagaglino e negli anni l’hanno seguito, erano già vecchie quando è nato, quindi o sono morte o stanno per morire. Un programma fatto per persone morte o che stanno per morire, pare cosa ovvia, non può andare bene. Il secondo motivo arriva con un esempio. C’è quel giochino che si fa con le mani: si uniscono ad amen, si piega il medio sinistro, si piega il medio destro, si roteano le mani, in modo da metterle una sull’altra, come un amen orizzontale, e i ditini medi finiscono verticali a formare una retta che, forse, rispetto alle mani, si chiama perpendicolare, ma non sono sicura.  Questa è una cosa molto più difficile da spiegare che da fare, quindi non  sono stata brava a scegliere l’esempio. Comunque, quando ero piccola, questa cosa che riuscivano a fare i grandi, io mi appiccicavo solo le mani sudate, mi sembrava fantastica, una specie di magia, un trucco strabiliante. Ora, a distanza di 25 anni, mi sembra solo una stronzata che si fa con i ditini, e questo perché sono cresciuta, e la mia soglia di stupore ha cambiato livello. Tornado a Bellissima, mi pare di poter affermare che le gag che lo compongono si basino esclusivamente su due classici della comicità da festa in piazza: - I maschi vestiti da donna fanno ridere. Soprattutto i maschi brutti. - Quelli che non sanno parlare e sbagliano i verbi fanno ridere. Soprattutto se sono vestiti da donna, se poi a questo uniscono che sono anche brutti le risate vanno via che è una bellezza. I telespettatori del Bagaglino, quelli che non sono morti, s’intende, una volta, se in televisione vedevano un maschio ciccione che per imitare una femmina bella e famosa, si vestiva come lei ma male e parlava come lei ma male, ridevano, ora, se dio vuole, pensano solo che sia una stronzata.

venerdì 24 aprile 2009

Matrix che non c'è

Succede così.
Praticamente Alessio Vinci, in apertura di puntata, ci ha riproposto il pezzetto di Annozero nel quale Santoro diceva che Matrix, da quando il buon Enrico non c'è più, è come se non esistesse.
Ha voluto che vedessimo questo frammento con lui per farci rilevare l'ovvio: Matrix c'è.
Infatti sta per iniziare una puntata sui Cesaroni con tutti i Cesaroni che ci sono.
E come dice la mia collega, a scriverla non viene così bene.

L'amore non è bello - Dente


 A volte capita - non che si comprino dei cd, quello fortunatamente si fa sempre -  che si comprino dei cd belli. Ed è il caso di segnalarlo, secondo me. Soprattutto oggi, che pare davvero una giornata giusta per dire di cose belle.

mercoledì 22 aprile 2009

non abbiamo altro non abbiamo scelta noi bambine

Chiaramente ci hanno imbrogliato, solo che la lentezza del processo di comprensione ha vanificato la nostra reazione che, altrimenti, si sarebbe fatta sentire, eccome. Siamo nel duemilanove. Duemilanove. Dove sono le macchine volanti tutte tondine e lucide che avrebbero dovuto scarrozzarci qua e là? Sarebbe dovuto bastare premere un pulsatino e digitare le coordinate su un computer e zuum, arrivati in cinque minuti, senza traffico e senza dover parcheggiare, perché la macchina volante tutta tondina e lucida sarebbe stata un po’ come kitt, quindi sarebbe andata a trovare da sola un posto dove parcheggiarsi. Tutto questo chiaramente in attesa che scienziati un po’ stempiati, con il camice e gli occhialoni spessi, perfezionassero il teletrasporto, che comunque era cosa già sperimentata e c’erano già state scimmie che in due secondi avevano fatto blabla-blabla andata e ritorno. E le pasticche colorate con sopra disegnati i polli, le lasagne e i profiterole? Com’è che io passo l’aspirapolvere e pulisco il bagno e non c’è un robottino che lo fa per me? Ci hanno fregato. E questo a livello globale. Perché io, nello specifico, mi sento fregata anche a livello personale, dalle storie che vivo e dalle persone che incontro.

Ho due scene, una letteraria, l’altra televisiva.

La prima riguarda le storie:

l’altro giorno, mentre facevo la doccia, ho pensato a Kitty e Levin, alla scena in cui Levin scrive solo la prima lettera delle parole che compongono la frase che direbbe a Kitty se avesse più coraggio, e lei, dopo una piccola esitazione, capisce tutto, perché si trova esattamente nei pensieri di lui.

“Non c’era probabilità alcuna ch’ella riuscisse a indovinare la complicata frase; ma egli guardò la fanciulla con una tale espressione che pareva tutta la sua vita dipendesse dal fatto che ella capisse o no.”

Ecco. Ho creduto che cose del genere non capitassero tutti i giorni, ma potessero accadere, fossero nel ventaglio delle possibilità, insomma.

La seconda scena, quella televisiva, parla di persone:

prima puntata della prima serie de I Soprano. Tony è dalla psicoanalista.

“Che fine ha fatto Gary Cooper? L’uomo forte, silenzioso, intrepido. Lui non dava retta alle emozioni, faceva quello che doveva e basta. La gente non si rende conto che se si costringe Gary Cooper a dare retta alle emozioni lui non la smetterà più di parlare.”

Ecco. Ho creduto anche ai Gary Cooper, invece mi sono trovata intorno solo gente capace di parlarsi addosso, di quella che va a cercare sé stessa perché lo sente che c'è qualcosa che non va. Vedere sempre i Bellissimi di Retequattro non è servito ad altro che ad accrescere la mia delusione. E questo è quanto. Una fregatura. Vado a mangiare l’ananas gentilmente portatomi, e mi metto a lavorà, almeno un poco.

(un grazie speciale a Scopolo, che ha gentilmente prestato il suo prato, e a Sbamba per avermi fatto da modella.)

lunedì 20 aprile 2009

Il periodo di Six feet under


La storia comincia con me che penso che questo periodo non ha una serie che lo connoti e che mi permetta di catalogarlo nella memoria insieme agli altri. Il periodo di  Lost, 24, Heroes, Dexter, The West Wing, Weeds, eccetera. La discriminante, ciò che fa di un periodo “il periodo di”, è il tipo di fruizione,  che deve essere continuata, ossessiva e convulsa. Per questo nel mio archivio non esiste, per esempio, un periodo di Beverly hills, nonostante non mi sia persa una puntata, nonostante, a quei tempi, aspettassi il giovedì sera a partire dal venerdì mattina. Due ore a settimana non accentano una fase della vita, due ore a settimana sono una parentesi che si perde in frasi lunghe e piene di cose più importanti. Così mi sono domandata quali fossero le serie che avevo visto male, come mia madre vede dottor House, per intenderci, che passa con disinvoltura da una puntata delle terza serie su italia uno, a una della quinta su sky, tutto insieme, come se non esistessero trame orizzontali ma solo singoli episodi conclusi; e la risposta è stata Six feet under. Sono uscita e mi sono comprata il cofanetto. Ora, più che cantare le lodi di Six feet under, che proprio non c’è bisogno, perché basterebbe solo la fotografia per fare venire a chiunque voglia di vederlo, quello che voglio dire è che  il periodo che avevo deciso sarebbe stato il periodo Six feet under è diventato semplicemente il periodo mio. Il periodo in cui mi siedo sulla mia Pello e accendo il computer, con nessuno, senza condivisione, senza parole. 

sabato 18 aprile 2009

Nel nome della televisione

Quando ero piccola facevo il fioretto dei dolci: smettevo di mangiarne per qualche mese e in cambio chiedevo a gesù di darmi un piccolo premio. Non ho mai ottenuto niente, anche perché, per un motivo o per un altro, non sono mai riuscita a portare a termine il proposito; a volte mi dimenticavo del fioretto e me ne ricordavo quando avevo già un cucchiaio di nutella in bocca, altre volte, con il passare anche di pochi giorni, ciò che avevo chiesto diventava poco importante, quindi il contratto fra me e gesù si riteneva sciolto. I primi giorni di fioretto però sono chiari nella mia mente, mi ricordo che andavo fino al mobiletto dei dolci, lo aprivo, guardavo bene tutto quello che c’era dentro e lo richiudevo soddisfatta. Ero stata forte e sicuramente gesù in quel momento mi stava guardando ed era orgoglioso di me. Quello sguardo lo sento anche adesso, e senza bisogno di fioretti, solo che adesso so che non è gesù che mi guarda. Quello sguardo è tutto quello che ho visto che mi torna indietro. È lo sguardo del finale, il momento in cui tutti i pezzi trovano il loro giusto posto. Lo sguardo delle cose che devono andare in una direzione che abbia un senso e una logica.  Lo chiamavo gesù invece era fiction. 

È per il cinema, la televisione e i libri, e tutto quello che ho letto, scritto e visto, per tutto ciò che non è reale, che quello che mi succede diventa parte di un quadro preciso, perché se c’è una pistola quella pistola sparerà, e se incontro qualcuno per caso, perché gli vado a sbattere e gli verso addosso una coca cola, quell’incontro deve avere un senso, se no non sarebbe avvenuto. E anche quando mi convinco del contrario, una parte più piccola di quella di prima continua a credere che anche la mia abdicazione alla certezza che tutto abbia un senso, faccia parte della storia, È il rifiuto della chiamata, baby.

Vola al Cimena presenta: Gran Torino

Vecchio incazzoso convinto di essere Clint Eastwood scopre, nell'ordine, che:
1. la salsa di soia ci sta bene su tutto
e
2. che è vero che il fumo uccide.


Voto: 3 scopoli


venerdì 17 aprile 2009

annozero: buona la seconda

vabbè, giusto per dire, 
santoro ieri sera ha fatto la stessa identica puntata della settimana scorsa con meno cazzimma e obiettivi leggermente più chiari.
poi, posso dire che a me vauro non piace e se non c'è, secondo me, è meglio?
niente di personale, eh, ma non mi fa ridere.
e visto che è lì per farmi ridere, se non ci riesce io mi imbarazzo, arrossisco e devo cambiare canale.
e non è che posso vedere butta la luna.

giovedì 16 aprile 2009

"porto via con me lo stretto indispensabile"

non so perché capitino giorni così,

non so perché capitino a me, che, obiettivamente, non me li merito proprio, 

ma so qual è la soluzione: pulire il bagno e intanto cantare tutto strangeways, here we come. 

di bruno vespa, di cuculo e cioccolata

bruno vespa parla con diggeifrancesco.
io sono sotto il mio plaid e mangio cuculo e cioccolata di uovo di pasqua.
il cuculo - con l'accento sulla seconda u - è un dolce che si fa dalle mie parti a pasqua e di solito si mangia con un pezzetto di cioccolata fondente sopra.
il cuculo viene da un tempo nel quale non c'erano molte cose da provare e molte combinazioni da sperimentare, non c'erano nutelle da spalmare o panne da spruzzare, c'era solo la cioccolata e allora ce l'hanno messa sopra. semplice semplice.
ok, ci siamo.
quello che pensavo è che quando combini quello che hai, senza pensarci troppo, senza farti troppe domande, possono venire fuori cose proprio buone.

venerdì 10 aprile 2009

Dovere di cronaca



Questa è la copertina del cd di Valerio Sardo. Cioè, se non la vedevate e a me mi dispiaceva assai.

martedì 7 aprile 2009

clapclapclap

il tg1 tiene a informarci che, grazie al terremoto e, soprattutto, ai 207 morti, ha vinto la gara di ascolti.
sono belle soddisfazioni.

chiaramente c'è un'arietta fortunatella, quindi consiglio al signor Riotta di approfittarne e giocare al lotto il 20 e il 7.
ah, visto che ci sono anche 15 dispersi, direi il 20, il 7 e il 15. si sa mai che riesca a infilarci anche un bel terno.

lunedì 6 aprile 2009

uomini&donne (affranti)

quelli di uomini e donne oggi hanno messo la scrittina Puntata registrata.
perchè quelli di uomini e donne sanno che in giro ci sono brutte persone che se non le avvisi che la puntata è registrata quelle magari pensano che Corteggiatrice Lucia e Tronista Federico siano in studio a ciarlare di esterne e segnalazioni, invece di essere a casa a guardare lo speciale di studio aperto sull'abruzzo, con le lacrime agli occhi e i pugni stretti, pensando a un modo per poter aiutare.
brutte persone.

lunedì 30 marzo 2009

allegriaaa

io sono una di quelle che la ruota della fortuna lo vedeva ogni giorno, alle sette, con nonna, e bravo bravissimo pure, a dire che i bambini nerd questo e quello.
ma mike c'ha ottantacinque anni, è vecchio e probabilmente non ha più la forza e lo spirito che gli occorrerebbero per reggere, dall'inizio alla fine, una trasmissione sua.
dei siparietti di trenta secondi che fanno ridere qualcuno, quello sì. e infatti li fa.
punto.
lo pensavo e lo volevo dire.

giovedì 26 marzo 2009

Le cose fatte per le persone che non ci sono state

C’ho un pensiero romantico.
Penso alle cose fatte per le persone che non ci sono state.
A quando ho preparato tutto nella mia testa, sapevo cosa avrei detto e cosa avrei fatto, come avrei mosso le mani e a che punto avrei sorriso e quando invece sarei stata seria.
Tutto preciso preciso.
Anche la reazione della persona per cui stavo immaginando tutto, che sarebbe stata contenta e mi avrebbe abbracciato e detto che mi voleva bene (perché immaginavo di fare cose belle per le persone che non ci sono state, mica immaginavo che le avrei prese a pugni).
Tutte le cose che sono rimaste cose solo immaginate - perché le persone per cui erano immaginate non sono mai arrivate, se ne sono andate, le ho mandate via io; semplicemente, non ci sono state - le conservo e se ci penso mi fanno male.
Le cose fatte per le persone che ci sono state sono andate via con loro,
le cose fatte per le persone che non ci sono state rimangono a me, e non si muovono più.

martedì 24 marzo 2009

l'errevuemme dei miracoli

Di questo grande fratello avrò visto sì e no dieci minuti, tre dei quali ieri sera.
Tre nei quali Alessia ha fatto vedere a Gerry l'errevumme con i momenti più belli passati nella casa.
Gerry ovviamente si è commosso.

mercoledì 11 marzo 2009

Lost: addio all'isola

Non c’è più magia in Lost, questa è la verità.
Ne prendo atto, con un po’ di amarezza, ma senza rancore e amici come prima, so come è andata e fa niente.
È andata come va quando si dice una cazzata, che, dopo essere stati scoperti, per rimediare si prova a dire una cazzata ancora più grossa. E quando scoprono anche quella più grossa ci sono due possibilità, la prima è confessare di aver detto due cazzate, capita a tutti in fondo, niente di male; la seconda è non arrendersi e dire una terza cazzata, più più grossa delle precedenti, e andare avanti, con cazzate sempre meno credibili, fino ad arrivare a dire cose tipo “no, guarda, non è che prima ti ho detto una cazzata…ti è sembrato solo perché... perchè ho tralasciato una cosa importante.. che…che…sì, ecco… ho dimenticato di dirti che…ehm… l’isola si sposta nel tempo…eh sì, già… si sposta. Nel tempo. Già. ”.
Ma il problema non è questo, il problema non sono le cazzate, il problema, come dicevo, è la mancanza di magia.
Jessica Fletcher non è una signora di sessant'anni, con gli occhi a pesce, che si veste di beige anche se ha i capelli biondo spento e che abita in una cittadina in cui i casi di omicidio sono più dei casi di cattiva igiene orale; Jessica Fletcher è una brillante scrittrice di romanzi gialli che si trova a risolvere, con garbo ed eleganza, i casi di omicidio che si verificano a Cabot cove.
Bruce Wayne non è un megalomane che nell’armadio ha un costume da pipistrello, Bruce Wayne è Batman, e c’è una bella differenza.
È questa la magia, la magia è un patto: lo sguardo giusto, in cambio di credibilità e coerenza.
Lost non ha tenuto fede a questo patto. E adesso qualunque cosa dicano su quell’isola mi sembra una gigantesca cazzata. Ma proprio di quelle che ti metti a ridere e cerchi qualcuno a cui raccontarla così poi ride pure lui.

martedì 3 marzo 2009

C170

Alla posta aspettavo il mio turno e una signora vecchietta si è seduta vicino a me. Aveva lo stesso odore di nonna, e io mi sono accorta di aver sempre pensato che l'odore di nonna fosse un misto di trucchi, lacca Libera&Bella, sapone, ma mai che, semplicemente, la sua pelle lo prendesse dall’età. Invece a un certo punto la pelle cambia odore e quando il mio numero è comparso sul coso luminoso, mi stavo annusando una mano, che però non sa di niente.

lunedì 9 febbraio 2009

Lo spazio della felicità


Scopolo non se lo immaginava proprio che le cose potessero essere collegate, ma cambiando casa ha scoperto che gli stati d’animo hanno bisogno di spazio, altrimenti non respirano e finisce che pensi di essere freddo e fermo. Ora Scopolo ha un prato e anche un fungo e fa i respiri grandi di felicità. E anche quando è triste, e un po’ gli viene da piangere, tira su col naso, si guarda intorno e pensa che lo spazio e l’aria, forse mentendo, promettono momenti migliori.

Questo è quello che pensa.

giovedì 5 febbraio 2009

IL DIARIO DI MAMMA





mercoledì 4 febbraio 2009

Facebook da qui

A me facebook non mi piace, allora mi sono chiesta il perché e ho trovato un motivo. Un motivo vero, non la semplice antipatia, perché, diciamolo chiaramente, a me facebook mi sta pure antipatico.

Il motivo vero è che la gente pensa che facebook non costi niente, ma secondo me non è così. E ora mi spiego.

C’è un ragazzo, per comodità lo chiameremo Ragazzo Esempio, che, un pomeriggio più o meno uguale agli altri, si iscrive a facebook . Pensa Se sarò fortunato ritroverò un compagnuccio delle elementari, un amichetto del mare, quella carina di pattinaggio o magari chi può dirlo. Passano i giorni e Ragazzo Esempio ha sempre più contatti, ora può comunicare il suo status - euforico, depresso, allegro, rilassato o con i capelli sporchi – al vicino di casa, a quello che gioca a calcetto nell’altra squadra, alla ragazza che lo ha lasciato un pomeriggio che sembrava più o meno uguale agli altri (ragazza che, Ragazzo Esempio ne è certo, legge ossessivamente il suo profilo maledicendo il giorno in cui lo ha mollato: Ragazzo Esempio è così bello mentre prende il sole sulla spiaggia, ha un addome così scolpito e poi dice di essere felice, avrà conosciuto un’altra, che stupida a lasciarmelo scappare!) e al compagnuccio delle elementari che ancora gli viene da pensarlo solo per cognome. Ragazzo Esempio è felice. Facebook non costa niente e lo rende visibile, ora è molto più interessante di prima, figurarsi, c’è gente che si collega anche solo per leggere di che umore sia.

Il motivo vero, non la semplice antipatia, perché, diciamolo chiaramente, a me facebook mi sta pure antipatico, e lo ribadisco abbastanza volentieri, è che facebook secondo me ha un prezzo, anche se non si vede bene.

Fa sembrare che dimenticarsi delle persone ed essere dimenticati dalle persone sia una cosa brutta. Invece, conoscere persone e perderle per strada è bello, perché significa che altre volte più fortunate, succede che le persone le conosci e te le tieni strette. Non sono i casi della vita, tipo iscriversi uno al classico e l’altro allo scientifico, che fanno la differenza, siamo noi, felici di scegliere.

martedì 27 gennaio 2009

La parete che non c'è: per ricordare

Il Parlamento italiano, con la legge n.211 del 20 luglio 2000, decreta l'istituzione (cito): "del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

Art. 1
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitato.

Art. 2
1.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi di sterminio nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della nostra storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
"

domenica 25 gennaio 2009

La parete che non c'é: Tutto è relativo...

Poiché oggi ho discusso con la mia compare della "Parete con le pantofoline" sul fatto che avessi da poco inaugurato un blog personale senza più aggiornare questo, ho deciso di cominciare una fase a modalità co-pubblicazione, dove i post miei personali che mi pare possano trovare spazio anche qui, non faccio altro che copia&incollarli, con doverosa premessa... Dunque, ecco qui il post (dove si parla di scimmioni e scimmiette, è perché nel mio personale mondo di StupidoComeUnaScimmia, mi piace avere la compagnia di miei simili, ed essendo io scimmione...):

A proposito di questo,



che fa davvero disgusto, io scimmione a/m con la preziosissima e fondamentale intuizione nonché collaborazione di scimmietta m/m, pensiamo questo:



E per favore, qualcuno dica ai sedicenti cattolici di CatholicVote di trovarsi un copywriter migliore. Perché tutto è relativo (come si può vedere, e l'indecenza non ha limiti, pure quella religiosa...)





venerdì 23 gennaio 2009

Mercoledì: Amici

Non ho più la televisione in camera da letto perché adesso ho la camera da letto.
Quindi, visto che me ne sto sul mio divanone un po’ più sveglia, inauguro una nuova rubrica dal titolo “I piatti li faccio nella pubblicità”, e la inauguro con gli Amici di Maria.
Amici non è sempre stato così, non è che ora sono vecchia e non mi piace più e mi annoio, è semplicemente che una volta era meglio. Secondo me.
Amici ora è così:
Sfida di canto.
A e B si sfidano.
Errevueme in cui A dice che B fa schifo.
B canta ma sta un po’ contrariato per l’errevuemme.
Jurman litiga con le Grazie Di Michele. La parola emozione viene pronunciata almeno sei volte.
(ho una teoria in merito alla parola emozione, credo la si usi per indicare il numero di arricciamenti di naso. Più naso più emozione.)
Errevuemme in cui B dice che A fa schifo.
A canta ma sta un po’ contrariato per l’errevuemme.
Jurman litiga con le Grazie Di Michele. La parola emozione viene pronunciata almeno otto volte.
Carte.
Sfida di ballo.
Dimostrazione dei ballerini professionisti. (io di solito ne approfitto per dimostrare come riesco ad alzarmi e andare a fare pipì con piccoli passetti leggeri ed eleganti)
A e B si sfidano.
Errevuemme in cui A dice che B fa schifo.
B balla ma sta un po’ contrariato per l’errevuemme.
MauraHipHop e CosaCelentano litigano. Viene pronunciata almeno sette volte la parola versatile.
(ho una teoria in merito alla parola versatile, credo venga usata a caso per depistare volontariamente.)
Errevuemme di B su A.
A balla ma sta un po’ contrariato per l’errevuemme
MauraHiphop e CosaCelentano litigano. Viene pronunciata almeno dodici volte la parola versatile.
Garrison piange.
Carte.
Così. Fino a quando ti addormenti.
E quando ti svegli ti ricordi solo vagamente che platinette era pettinata come rita levi montalcini e che grazia di michele ogni volta che c’è rudi zerbi si veste un po’ vezzosa.
Per il resto hai visto dieci minuti di trasmissione in loop.
E te ne vai a letto.