sabato 18 aprile 2009

Nel nome della televisione

Quando ero piccola facevo il fioretto dei dolci: smettevo di mangiarne per qualche mese e in cambio chiedevo a gesù di darmi un piccolo premio. Non ho mai ottenuto niente, anche perché, per un motivo o per un altro, non sono mai riuscita a portare a termine il proposito; a volte mi dimenticavo del fioretto e me ne ricordavo quando avevo già un cucchiaio di nutella in bocca, altre volte, con il passare anche di pochi giorni, ciò che avevo chiesto diventava poco importante, quindi il contratto fra me e gesù si riteneva sciolto. I primi giorni di fioretto però sono chiari nella mia mente, mi ricordo che andavo fino al mobiletto dei dolci, lo aprivo, guardavo bene tutto quello che c’era dentro e lo richiudevo soddisfatta. Ero stata forte e sicuramente gesù in quel momento mi stava guardando ed era orgoglioso di me. Quello sguardo lo sento anche adesso, e senza bisogno di fioretti, solo che adesso so che non è gesù che mi guarda. Quello sguardo è tutto quello che ho visto che mi torna indietro. È lo sguardo del finale, il momento in cui tutti i pezzi trovano il loro giusto posto. Lo sguardo delle cose che devono andare in una direzione che abbia un senso e una logica.  Lo chiamavo gesù invece era fiction. 

È per il cinema, la televisione e i libri, e tutto quello che ho letto, scritto e visto, per tutto ciò che non è reale, che quello che mi succede diventa parte di un quadro preciso, perché se c’è una pistola quella pistola sparerà, e se incontro qualcuno per caso, perché gli vado a sbattere e gli verso addosso una coca cola, quell’incontro deve avere un senso, se no non sarebbe avvenuto. E anche quando mi convinco del contrario, una parte più piccola di quella di prima continua a credere che anche la mia abdicazione alla certezza che tutto abbia un senso, faccia parte della storia, È il rifiuto della chiamata, baby.

2 commenti:

Rigel ha detto...

Della serie "le coincidenza non esistono"... se non l'hai già fatto leggiti la "Profezia di Celestino" poi ne riparliamo... se ti va ovviamente... "tutto ciò che ci accade qualunque persona incotriamo ha una risposta ad una nostra domanda"

carolina ha detto...

in realtà intendevo una cosa diversa, però sì, l'ho letto, in quarto ginnasio, andava molto di moda nella mia classe, e allora ci provavo. e l'ho letto e ho pure detto a tutti che l'avevo letto. poi basta però.